Li Romans des sept sages - version A

Lingua: Francese

Edizione: Li Romans des sept sages, a c. di H. A. Keller, Tubinga, Fues, 1836.

Abbr. TLIO: Romans des sept sages, p. [n.]

Nota: Per un'accurata disamina della tradizione testuale francese si veda la scheda in: 

https://www.arlima.net/qt/sept_sages_de_rome/fr_sept_sages_de_rome_version_a.html


Volgarizzamenti nella BTV

[MI] Libro dei Sette Savi, XIV (tosc.)
Apri nella BTV

Il testo dell’edizione D’Ancona appartiene al ramo della cosiddetta ‘versione francese-italica’ (uno dei due rami in cui – secondo A. Mussafia, Beiträge zur Literatur der ‘Sieben weisen Meister’, «Sitzungsberichte der phil.-hist. Classe der Kaiserl. Akademie der Wissenschaften zu Wien», a. LVII 1867, pp. 37-118 – si divide la tradiz. italiana del Libro), che dipende, così come l’altra (detta ‘versione italica’), da testi francesi del cosiddetto gruppo A (secondo la divisione delle versioni francesi effettuata da G. Paris, Deux rédactions du roman des sept sages de Rome, Paris, Didot, 1876).

Il nostro testo «corrisponde, quasi parola per parola, sia a quello del codice 2137 della Biblioteca Nazionale di Parigi, un manoscritto del XIII secolo che fa parte del gruppo Afr, sia, per le prime undici storie, a quello del codice 19166 della stessa Biblioteca [...], che appartiene invece al gruppo Lfr. Esistono del resto parecchi passi in cui A [scil. testo D’Ancona] si conforma ora all’uno ora all’altro e passi in cui rifiuta la lezione di entrambi; il testo è peraltro disseminato di francesismi lessicali e sintattici tanto forti da lasciar presupporre la totale fedeltà del copista al codice da cui tradusse» (C. Bozzoli, La Storia favolosa di Stefano. Contributo allo studio della tradizione italiana del Libro dei sette savi, «ACME», L, II (1997), pp. 59-83, a p. 67).

Secondo Battaglia Ricci (Novelle italiane: il ’200, il ’300, Milano, Garzanti, 1982), il testo di A sarebbe – per maturità di composizione e per finezza psicologica – da considerare posteriore al Decameron (cfr. p. 14); ma D’Agostino (Itinerari e forme della prosa, in Storia della letteratura italiana, dir. da E. Malato, vol. I, Dalle origini a Dante, Roma, Salerno Editrice, 1995, pp. 527-630), sottolineando la fedeltà del testo d’Ancona al modello francese, respinge decisamente l’ipotesi che esso sia «già tributario del modello decameroniano» (p. 594), e osserva (in Storia della letteratura italiana, dir. da E. Malato, vol. X, La tradizione dei testi, Roma, Salerno Editrice, 2001, p. 119), che «le caratteristiche “strutturali” di A risalgono [...] al modello francese dugentesco».

Tuttavia sempre D’Agostino, Itinerari, cit. p. 594 n. avanza l’ipotesi di datare il testo di A al XIV sec.; in effetti la datazione al XIII ex. di questa redazione del Libro dei Sette Savi (nonostante la sua presenza in Segre-Marti, La prosa) rimane incerta. In quanto ai codici adoperati da D’Ancona (Laur. Gadd. 166 e Palatino 880, che ne è la copia), secondo Bozzoli, Storia di Stefano, cit. p. 66 n. risalirebbero al XV sec.