Diatessaron tosc., contaminato con l’Armonia evangelica (vedi Nota)
Cfr. Gambino, p. XLVI: «anche se segue abbastanza fedelmente il testo evangelico, quella del Gradenigo non è certo una traduzione letterale. La concisione delle proposizioni latine e della versione toscana del Diatessaron è infatti continuamente alterata tramite amplificazioni, frequenti ridondanze, perissologie di ogni tipo».
Il Diatessaron toscano è infatti la fonte principale del poema veneto, ma Gradenigo ricorre talvolta direttamente ad un testo latino (come si evince tra l’altro dai crudi latinismi) e in particolare «ad una vera e propria armonia evangelica [...] sicuramente uno dei manoscritti derivati dal codice fuldense» (F. Gambino, Un Diatessaron in terzine dantesche di fine Trecento, in La scrittura infinita. Bibbia e poesia in età medievale e umanistica, Atti del Convegno di Firenze, 26-28 giugno 1997, a c. di F. Stella, Sismel-Edizioni del Galluzzo, 2001, pp. 537-580, a p. 555).
Sulla tradizione del Diatessaron, cfr. nota a %FW%; per una disamina delle fonti e per un’attenta analisi dei rapporti tra esse ed il poema di Gradenigo, cfr. Gambino, pp. XXXIX-XLV e Gambino, Un Diatessaron in terzine, pp. 542-577.
In partic., per la plausibilità di considerare %FW% il testo del Diatessaron su cui si basa Gradenigo, cfr. Gambino, Un Diatessaron in terzine, p. 576; per gli influssi del modello dantesco e della letteratura d’argomento sacro, cfr. invece Gambino, pp. LXIII-LXXVIII.
Per comodità, per i raffronti con il testo latino si citerà dalla Vulgata, adoperando la tavola delle concordanze con il testo evangelico di Gambino, pp. 377-384.