Livio, Ab urbe condita (libri I-X)

Lingua: Latino (con intermediario francese)

Edizione: Titi Livi ab urbe condita, a c. di R. M. Ogilvie, t. I (ll. I-IV), Oxford U. P., 1974; Titi Livi ab urbe condita, a c. di C. Flamstead Walters e R. Seymour Conway, t. II (ll. VI-X), Oxford U. P., 1919 [riprod. in Tito Livio, Storia di Roma dalla sua fondazione, Milano, Rizzoli, 1982, 4 voll.].

Abbr. TLIO: Liv., [LIBRO], [n. cap.], [n. par.]


Volgarizzamenti nella BTV

[LN1] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.)
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Il volgarizzamento, compiuto ad Andria per mano del notaio Filippo di Santa Croce e ultimato il 2 marzo 1323, passa attraverso un intermediario francese: in proposito si veda per tutti M. T. Casella, Il volgarizzamento liviano del Boccaccio, «Italia Medioevale e Umanistica», IV (1961), pp. 77-129, che riporta la nota alla c.2 del cod. Canoniciano ital. 146 della Bibl. Bodleiana di Oxford: «li quali .x. libri sono correcti per mano di colui che gli traslatoe di francescho in volgare fiorentino» (p. 77).

Per un tentativo di ricostruzione delle caratteristiche del ms. latino tradotto in francese, nonché dell’ambiente culturale in cui maturò la versione d’oltralpe, si veda L. Azzetta, Tradizione latina e volgarizzamento della prima Deca di Tito Livio, «Italia Medioevale e Umanistica», XXXVI (1993), pp. 175-197.