Cicerone, De inventione (capp.1-17) e commento Ars rethorice

Lingua: Latino

Edizione: Cicéron, De l’invention, texte établi et traduit par G. Achard, Paris, Les Belles Lettres, 1994, pp. 56-81 [pp. doppie; il testo lat. è a destra].[Per il commento latino:] G. C. Alessio, Brunetto Latini e Cicerone (e i dettatori), «Italia Medioevale e Umanistica», XXII (1979), pp. 123-169, pp. 132-159.

Abbr. TLIO: Cic., De invent., I, [CAP.], [n. par.]; Ars rethor., p. [n.]

Nota: Il commento latino (pubblicato in puntuale raffronto con il testo fiorentino) è  tramandato dal solo Canoniciano Class. lat. 201 della Bodleian Library di Oxford e ci è giunto mutilo (è leggibile solo per le prime 8 carte, corrispondenti a De inv. I, 6, 8).


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[DI] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.)
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Il commento al testo ciceroniano, oltre a trarre spunto dalla Summa dictaminis di Guido da Faba, dalla Rethorica novissima di Boncompagno da Signa e dal Candelabrum di Bene da Firenze, adoperò anche una parafrasi latina «alla Rethorica vetus da cui trasse alcune fra le auctoritates che [...] si ammisero dotti, e direttamente fruiti, tibicini al suo commento [...] e, a blocchi e a spezzoni, con vario adattamento, la più parte dei materiali di cui ebbe a giovarsi nella confezione della Rettorica» (G. C. Alessio, Brunetto Latini e Cicerone (e i dettatori), «Italia Medioevale e Umanistica», XXII (1979), pp. 123-169, alle pp. 123-124).

Essendoci giunto mutilo il commento latino, è possibile un raffronto del testo di Brunetto solo fino a Rettorica I, 26, 3 (cfr. Alessio, Brunetto e Cicerone, p. 124). Si rimanda ancora ad Alessio, Brunetto e Cicerone, pp. 160 sgg. per raffronti con altre fonti.