Vulgata
Per lungo tempo ha avuto credito l’ipotesi Berger, che voleva la redazione della Bibbia italiana di derivazione francese (cfr. S. Berger, La Bible italienne au Moyen Age, «Romania», XXIII (1894), pp. 358-431).
Tuttavia, da un’analisi più accurata della tradizione testuale è emersa l’infondatezza della tesi Berger (anche per lo stesso Salterio, da cui lo studioso aveva preso le mosse), parallelamente all’esigenza «di pervenire al delineamento del più generale quadro della situazione delle antiche trasposizioni in volgare italiano della Bibbia attraverso un’indagine progressivamente condotta sui singoli libri biblici» (cfr. L. Ramello, Il Salterio italiano nella tradizione manoscritta. Individuazione e costituzione dello stemma delle versioni toscane. Edizione critica della versione veneta, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 1997, pp. 1-2).
Rispondono a quest’esigenza: G. Gasca Queirazza, Le traduzioni della Bibbia in volgare italiano anteriori al sec. XVI, in Actes du XIIIe Congrès international de linguistique et philologie romanes, Québec, Presses Univ. Laval, 1976, pp. 659-68; A. Cornagliotti, Di una pretesa dipendenza francese del Salterio toscano, «Studi francesi», 68 (1979), pp. 292-299; L. Ramello, Le antiche versioni italiane della Bibbia: rassegna e prospettive di ricerca, «Quaderni di Filologia Romanza della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna», 9 (1992), pp. 113-128 (specie la sezione Verso un repertorio dei volgarizzamenti italiani, pp. 37-225); S. Guida, I più antichi volgarizzamenti toscani dei libri biblici. I: Proverbi ed Ecclesiaste, in Religione e letterature romanze, Soveria Mannelli, Rubbettino, 1995, pp. 183-220. L’Inventario dei manoscritti biblici italiani, a c. di M. Chopin, M.T. Dinale, R. Pelosini, «Mélanges de l’École française de Rome. Moyen Age», 105 (1993), pp. 863-886, costituisce invece a tutt’oggi il più completo repertorio della tradizione manoscritta dei volgarizzamenti italiani della Bibbia.